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Petitti: “Faremo la nostra parte per stare accanto al popolo bielorusso vittima di una profonda crisi sociale”

Emma Petitti con la delegazione della BielorussiaEmma Petitti con la delegazione della Bielorussia

Petitti: “Se le condizioni lo permetteranno, voglio invitare in Assemblea a Bologna Svetlana Tikhanovskaya, leader opposizione bielorussa”.

Un confronto con Tikhanovskaya, se le condizioni lo permetteranno, è l’impegno che la Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, vuole assumere verso la comunità bielorussa che vive in Italia.

“Faremo la nostra parte per stare accanto al popolo bielorusso che sta attraversando una profonda crisi sociale e umanitaria – dice -. Occorre far sentire forte la voce della comunità internazionale e delle istituzioni attraverso iniziative concertate.

Mi attiverò attraverso tutti i canali possibili: le azioni contano quando sono condivise. Un punto di partenza sarà l’adesione al Comitato italiano per la democrazia in Bielorussia, nato dopo le politiche del 9 agosto scorso alla luce di scontri e repressioni da parte del regime di Lukashenko che hanno provocato morti, arresti e migliaia di feriti.

Obiettivo del Comitato è sostenere ogni percorso volto a ottenere nuove elezioni, sotto l’egida di organismi internazionali quali Osce, Onu e Unione europea”.

La delegazione bielorussa, che ha raccontato di un Paese ormai al collasso, si sta muovendo in queste settimane per sensibilizzare le istituzioni allo scopo di aiutare la popolazione colpita dalla repressione.

Il 23 agosto scorso sono scesi in piazza a Minsk più di 200 mila persone per respingere l’esito elettorale, con forti sospetti di brogli, chiedendo nuove elezioni libere e l’avvio di una transizione democratica.

Fra le richieste avanzate alla Presidente Petitti, quella di approvare quanto prima un ordine del giorno in Assemblea per condannare le violenze e attivare dei canali con l’Unione Europea. Così da favorire gli spostamenti dei cittadini bielorussi senza necessità del visto, oltre a un aiuto immediato per bambine e bambini, figli di persone arrestate durante le repressioni e rimasti soli. Infine la possibilità per gli studenti espulsi di venire a studiare in Europa, a Bologna.