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Esclusiva – Montegridolfo: intervista a Marco Musmeci nuovo Direttore del Museo Archeologico di Cassino e del Comprensorio Archeologico di Minturno

a cura di Marco Valeriani –

Professor Musmeci, è di alcuni giorni fa la notizia della sua nomina a Direttore del Museo Archeologico Nazionale Carettoni e dellArea Archeologica di Casinum-Cassino unitamente al Comprensorio Archeologico e Antiquarium di Minturnae-Minturno. In che contesto geografico-storico-archeologico sinseriscono e quale il loro valore in relazione ai reperti qui conservati?

Ci sono per i siti archeologici di Casinum e di Minturnae dei punti di similitudine, come la presenza d’importanti monumenti dellantichità o il fatto di essere entrambi poco conosciuti (prima della pandemia erano complessivamente circa 20.000 i visitatori annuii). Tuttavia – racconta Musmeci – le loro storie sono profondamente diverse come è diverso il contesto in cui si trovano.

Marco Musmeci

Casinum è alle pendici di Montecassino, in stretta relazione storica e paesaggistica con lAbbazia. Larea archeologica statale annovera un tracciato viario – la Via Latina – con mura megalitiche, un anfiteatro che poteva ospitare 4.500 persone, il Mausoleo di Ummidia Quadratilla, resti di sepolcreti ed ha annesso il Museo Nazionale dedicato al Soprintendente Gianfilippo Carettoni, al cui interno sono esposti reperti che vanno dalla preistoria al tarda antichità sui quali emergono il letto funerario da Aquino e la statua dellAtleta/Eroe di Cassino.

Cassino

Il comprensorio archeologico di Minturnae – dice Musmeci – ultimo lembo di territorio laziale, sorge sulle sponde del fiume Garigliano ed è quasi sul mare. Anche qui il paesaggio racchiude in un tuttuno le testimonianze dellantica città-porto. Pur con le sottrazioni avvenute nel corso dei secoli, ancora oggi il patrimonio statuario custodito nellAntiquarium è di eccezionale qualità. Poi c’è tutta una città da scoprire, col suo teatro, il foro repubblicano e quello imperiale, il macellum, le terme, i resti della basilica e dei templi e poi, lo straordinario percorso di circa 200 metri di Via Appia, lantica Regina Viarium, la prima della grandi strade della romanità.

L’incarico cosa prevede nel concreto? Ha già fatto un sopralluogo e preparato un programma di massima per gli impegni a breve e medio termine?

Nei giorni scorsi mi sono incontrato con il Direttore Generale Massimo Osanna e a breve dovrei ricevere formalmente gli obiettivi da raggiungere, ma penso ormai siano chiari: è una missione.

Minturno

Certamente per adesso ho un orizzonte limitato a 3 anni e bisogna essere pragmatici. Da quando ho ricevuto lincarico ogni settimana – senza dimenticare Montegridolfo (il professor Marco Musmeci è Assessore alla Cultura, Turismo e Comunicazione ndr) – mi sono equamente diviso tra Roma, Cassino e Minturno e sto lavorando su delle idee. Purtroppo la situazione chiama a risolvere le emergenze che ogni giorno si presentano e, non da ultimo, mi trovo ad affrontare il pensionamento di tanti colleghi: attualmente ho circa 60 collaboratori che si ridurranno già di 1/3 in pochi mesi (con tutti i problemi che ne conseguiranno).

Tra gli impegni a brevissimo termine c’è da cogliere lopportunità dei Campionati Nazionali Universitari a Cassino, un evento sportivo che normalmente avrebbe accolto 5.000 atleti da tutta Italia. Lancio qui unidea: nel rispetto della sicurezza, sarebbe bello poter organizzare la cerimonia dinaugurazione allAnfiteatro dellantica Casinum.

Poi arriverà lestate e al Teatro romano di Minturno, vorrei riportare la musica, le rappresentazioni, gli spettacoli con il pubblico. Che bello sarebbe assistere da quelle gradinate, ad una commedia di Plauto.

Ho già avuto dei contatti con il Sindaco di Minturno, con lAssessore alla Cultura di Cassino e il Rettore dellUniversità cassinate e ho constatato una gran voglia di fare.

Quali progetti intende attivare, nel lungo respiro, con il contributo dei suoi collaboratori?

Con il professore Osanna, abbiamo tracciato delle prospettive. Non sono solo delle idee, ma qualcosa di più concreto, dettato dal contesto attuale, dalle risorse a disposizione, ma anche dalle possibilità di valorizzazione e in questo senso, contemplo anche la conservazione. È chiaro – puntualizza Musmeci – che se mi cimentassi subito in progetti di ambito archeologico, impiegherei almeno un paio di anni per la preparazione, sicché confortato nelle scelte dal Direttore Generale, probabilmente inizieremo a lavorare mediante un dialogo con larte contemporanea e in parallelo, con la creazione di progetti espositivi che valorizzino le importanti testimonianze di Casinum e di Minturnae.

Cassino

In entrambi i siti ci sono da risolvere delle problematiche gestionali. A Cassino il Teatro romano è di proprietà comunale, il Ninfeo Ponari dellUniversità, lAnfiteatro con lArea archeologica e il Museo Carettoni dello Stato. Lobiettivo è quello di riportare in un unico sistema queste realtà. Poi bisognerà studiare una politica di visibilità. Casinum sorge allinizio della strada che porta alla celebre Abbazia benedettina e oltre ad intercettare i visitatori del complesso religioso, va ricostruito quel legame storico tra labitato e la sua acropoli. Bisognerà poi ripensare ad un nuovo ordinamento museale: nei depositi abbiamo tanti reperti e molti con la dignità allesposizione. Bisognerà pensare anche a migliorare laccoglienza dei visitatori dotando il Museo degli spazi necessari, abbattendo le barriere architettoniche che purtroppo attualmente ci sono.

Minturno

A Minturno ci sono dei problemi analoghi. Il bellissimo Real Ponte Ferdinando (il primo ponte sospeso costruito in Italia) è assegnato alla Soprintendenza del Lazio meridionale e così anche alcune aree dove lo scorso anno sono ripartite le campagne di scavo. Rattrista vedere interrotta da una recinzione, lideale continuità della Via Appia. Il momento è favorevole. Per il reciproco passato da funzionari, ho dei buoni rapporti con la Soprintendente Paola Refice e sarà un piacere poter tornare a lavorare insieme; la prima volta fu per la realizzazione di un documentario di SKY Arte sulla Romagna toscana” e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Il ricongiungimento tra lantica Minturnae e il Real Ponte porterebbe poi ad un altro traguardo, la creazione del Parco Archeologico di Minturnae” ossia, seguendo i dettami del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, la creazione di un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo allaperto”. Sarebbe davvero un bel risultato. Ma ce n’è un altro, altrettanto ambizioso e che probabilmente mi vedrà coinvolto in prima persona come referente: la candidatura della Via Appia al riconoscimento di Patrimonio dellUmanità dallUNESCO.

La sua grande esperienza, nella promozione della cultura e dell’arte più nello specifico, che ruolo ha giocato nell’attribuzione di questo prestigioso ruolo?

Probabilmente sono stati dei fattori determinanti. Di certo, io non sono un archeologo, provengo dalla Soprintendenza di Ravenna con lunghe esperienze universitarie, ho diretto un museo – il Museo di Saludecio e del Beato Amato – e sono Assessore alla Cultura a Montegridolfo, devo riconoscere che probabilmente, quello che è stato apprezzato dalla commissione di valutazione, è la varietà delle iniziative che ho realizzato. Qualcuno ha scritto che lestate scorsa, quando molti comuni erano in affanno, orfani dei grandi eventi, Montegridolfo era controcorrente: non solo si riusciva ad organizzare un festival musicale con la collaborazione dellOrchestra Toscanini, ma si guardava al futuro con il restauro dellaffresco quattrocentesco di San Rocco.

Le confido” un aneddoto. Quando mi telefonò il Direttore Generale Osanna per darmi il benvenuto, nel momento di congedarci io gli dissi: Professore non so se ha notato che io sono di Rimini. Al silenzio che ne seguì aggiunsi: significa che ho la valorizzazione nel mio DNA. Poi scoppiammo a ridere entrambi: in questo momento è quello che ci vuole.

Cosa ha provato nel momento in cui ha ricevuto la nomina?

Ci crede se le dico che lì per lì non me ne sono reso conto? Pensavo che si trattasse di una delle tante email che ricevo quotidianamente; non lho neppure aperta. Poi ripensando alloggetto che riportava, la sono andata a cercare, ho letto e, solo allora ho capito. Esclamai a mia madre: mamma mi hanno chiamato a lavorare a Roma! La cosa si fece più seria quando alle ore 20.09 mi venne notificato il decreto con effetto immediato. Tornando alla domanda: ho pensato ai tanti sacrifici che ho fatto ed ho provato una grande gioia.

In un momento così difficile per la cultura e le realtà museali e i siti archeologici italiani (vedi i continui cambi di colore delle regioni e relativi divieti), in che modo, a suo avviso, sarebbe possibile attivare canali alternativi così da non spezzare, almeno virtualmente, il legame con i visitatori e gli estimatori?

Pochi giorni fa – aggiunge Musmeci – ho seguito unattività formativa di Sandro Carrubbo, sul Museo Salinas di Palermo e sulle attività messe in atto durante la chiusura forzata per restauri (avvenuta dal 2011). In quel caso e coraggiosamente, si è potenziata la comunicazione con una campagna di social media strategy, che ha dato attenzione al Museo, tanto da raggiungere dei risultati insperati. Nel 2008 con 5.000 mq. espositivi cerano 39.477 visitatori; nel 2014 (un anno dopo lapertura della campagna social), si era faticosamente riusciti a riaprire alcune sale, per un totale di 250 mq. e si erano confermati i medesimi visitatori, ma soprattutto lanno successivo (sempre con 250 mq. di sale aperte), il pubblico era salito 51.431 unità.

Il verbo divulgare

Ricordiamoci però che per definizione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, un museo è “una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio”; sicché non viene contemplato lintrattenimento. Questo significa che nulla potrà compensare il rapporto con il reale, ma che nel rispetto dellobiettivo di educazione e studio”, vanno ricercate quelle forme di relazione con i reperti, i beni culturali, le opere darte che possano divulgare la conoscenza del patrimonio culturale, anche quando esso non è raggiungibile.  Ecco, il verbo divulgare è quello che dà lindicazione da seguire: permettere la conoscenza senza barriere.

Mi permetta: anche luso dei termini in inglese – chiarisce Musmeci – dovrebbe essere abolito nella comunicazione istituzionale. Noi dobbiamo aprirci a tutti, anche verso chi non conosce le lingue straniere. È ovvio che la stessa comunicazione va svolta in multilingue affinché nessuno si senta escluso, ma soprattutto nellanno delle celebrazioni dantesche, portiamo la nostra lingua italiana al centro.

Mai perdere l’equilibrio tra leggerezza e autorevolezza…

Inoltre, con le parole di Carrubbo non perdere mai quellequilibrio sottile tra leggerezza e autorevolezza”. Mai scadere nella superficialità, nella banalità, questo è un rischio reale che nel tempo, può incidere negativamente nellautorevolezza  istituzionale. Devo però riconoscere che purtroppo, per il Museo della Linea dei Goti a Montegridolfo è mancata una presenza virtuale”, mentre con liniziativa Disegna Montegridolfo – spiega Musmeci – e la sua pagina Facebook si è raggiunta una visibilità eccezionale: col pretesto del concorso di grafica, si sono raccontati i luoghi, i monumenti, le opere. Da una parte si è sviluppato il senso di appartenenza e lorgoglio dei montegridolfesi e dallaltra (soprattutto per chi non conosce Montegridolfo) si è generato uninteresse e una curiosità che, già la scorsa estate, hanno portato tantissimi visitatori al Castello malatestiano.

Buon lavoro professor Musmeci!