C’è chi ha tentato di “scavalcare” i problemi metoclimatici e l’attacco della mosca olearia, raccogliendo le olive già a fine settembre (un azzardo?). E chi, invece, aspettando un po’ di più ha dovuto rinunciarvi del tutto, lasciando che le stesse cadessero a terra perché non idonee a essere conferite in frantoio.
Fatto sta che dall’una o dall’altra parte – agricoltori e frantoiani – la musica non cambia: annata difficile, anno orribile, poco prodotto, costi di lavorazione in crescita e, di conseguenza, prezzo al consumatore finale che oscilla tanto, parecchio.
In Valconca, il nostro mini osservatorio vede a Montefiore Conca qualche agricoltore costretto a lasciar perdere – non ne vale la pena ci hanno detto, ci rifaremo l’anno prossimo – mentre scendendo un po’ più a valle – ma di poco poco – sulle colline di Saludecio qualche raggio di sole c’è, seppur il biglietto finale di una latta da 5 litri per l’Evo filtrato stacca netta la bella cifra dei 90 euro.
Diversa la situazione a San Clemente: i frantoiani annunciano prezzi al pubblico nell’ordine dei 15 euro e 50 centesimi, fino ai 18 euro per le proposte acquistate tramite e-commerce, mentre la richiesta di altri agricoltori, con l’acquisto effettuato direttamente in azienda a prodotto finito e pronto da consumare in casa, si abbassa un pelo attestandosi non oltre i 14 euro e 50 al litro.
In altre parole, dei 12 euro che qualcuno sbandierava a fine settembre non si vede neppure l’ombra. Altra notizia raccolta sempre dai frantoiani: in diversi hanno rinunciato pure a imbottigliare i monovarietali a causa di una qualità dell’oliva non all’altezza delle pretese (molto alte, ndr) a fronte di soluzioni più adatte al commercio mantenendo comunque risultati d’eccellenza: in altre parole i “blend” che non sfigurano affatto; anzi accontentano palati differenti e garantiscono riscontri in cucina da capolavoro culinario.
