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Santini, un Sangiovese “Beato” tra i vini

Un'immagine della Tenuta Santini

di Patrizio Placuzzi

Per fare del buon vino non è sufficiente mettere insieme ingredienti di ottima qualità. L’elemento più importante rimane lo stretto rapporto che si crea con il territorio; in questo caso il Corianese, zona tradizionalmente vocata alla viticoltura. Bisogna conoscerlo, amarlo nella sua interezza e in tutta la sua complessità.

Il "Beato Enrico"

Il “Beato Enrico”

La filosofia di vita e imprenditoriale dei Santini, la cui tenuta è in via Campo a Passano di Coriano, è proprio questa. I prodotti sono espressione della sintesi fra sensibilità enologica e caratteristiche della terra. Il titolare dell’azienda vinicola è Sandro Santini. Ma il personaggio più rappresentativo della famiglia è sicuramente Enrico Santini, ex presidente della Confagricoltura e oggi Pro Sindaco di Coriano, carica onorifica che ne fa una specie di ambasciatore nel mondo. I vini, seguiti passo a passo dall’enologo Lorenzo Landi che a detta del critico enogastronomico Paolo Massobrio è tra i 5 enologi più capaci d’Italia, sono artigianali e per essere valorizzati in pieno vanno offerti nell’apposito calice e alla temperatura giusta. La tenuta ne produce 6 tipologie. Il più importante, l’Ammiraglia della Casa, è il “Beato Enrico”, Sangiovese Superiore Romagna DOC. Il nome va ascritto a Piero Meldini, scrittore e storico enogastronomico, che a suo tempo pensò bene di dedicarlo al nobile ungherese Enrico quando, pellegrino nel XV° secolo sulla via di Roma, giunse a Rimini minato da una lenta, devastante febbre che lo condusse alla morte. A Passano di Coriano, davanti alla celletta dedicata alla Madonna, la malattia lo obbligò ad una sosta forzata dalla quale, purtroppo, non si riprese mai più. Con una battuta, lo potremmo definire un vino benedetto.