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Il passato che riemerge: i tre fanti montegridolfesi morti nella battaglia della Bainsizza durante la Grande Guerra

Soldati italiani durante la Grande GuerraSoldati italiani durante la Grande Guerra (Fonte: Ministero della Difesa)

di Marco Valeriani –

Morire per la Patria sulla Bainsizza. Uniti dalle medesime origini. Uniti dallo stesso, tragico destino. Dagli archivi – consultati allo scopo – riemerge il passato.

Questo è il breve racconto – se le fonti in nostro possesso non omettono particolari o avvenimenti di cui siamo all’oscuro – dei fanti italiani Domenico Marchiani (24 anni); Augusto Tonni (19 anni); Nazzareno Tenti (30 anni): tutti e tre partiti da Montegridolfo.

E tutti e tre morti tra il 26 e il 31 agosto 1917 sulla Bainsizza, durante l’undicesima Battaglia dell’Isonzo.

Se quella Battaglia avesse avuto epilogo differente, con ogni probabilità la Guerra 1915-1918, la Grande Guerra tra Italia e Austria-Ungheria (e poi Austria-Ungheria e Germania), si sarebbe conclusa, pur al prezzo di grossissime perdite per entrambi gli schieramenti, oltre un anno prima.

Lo sfondamento mancato

Ma le cose, purtroppo, andarono diversamente.

Lo ricorda il giornalista Antonio Carioti sulle pagine del Corriere della Sera in occasione del centenario, nel 2017, di quel terribile evento.

“Se lo sfondamento fosse riuscito, il comandante supremo Luigi Cadorna sarebbe forse passato alla storia come il condottiero che aveva piegato l’Impero asburgico. Invece proprio quella vittoria sfiorata mise in moto il meccanismo che portò alla disfatta di Caporetto, che costò a Cadorna la guida dell’esercito a vantaggio di Armando Diaz e gli ha procurato una cattiva fama nella memoria storica“.

Gli austro-ungarici al collasso chiedono aiuto alla Germania

Gli austro-ungarici, ormai sull’orlo del collasso, infatti chiesero ai tedeschi d’intervenire sull’Isonzo. Facendo ben capire al futuro alleato germanico – inizialmente alquanto reticente a concedere il proprio aiuto – come il pericolo di vedere gli italiani conquistare Trieste, e quindi il suo porto, fosse parecchio tangibile.

Insomma, un disastro da evitare a qualsiasi costo. Uno spauracchio che al contrario – non stiamo a ripeterlo – si tramutò, una volta entrati in scena i tedeschi – in una colossale debacle. Per la bandiera tricolore e per le truppe grigio-verdi: costrette a ripiegare fino al Piave.

L’undicesima Battaglia dell’Isonzo

Il cannoneggiamento di preparazione alla Battaglia – scrive ancora Carioti – cominciò il 17 agosto 1917, mentre i fanti partirono all’assalto il 19 del mese. In quella circostanza, seppur Cadorna decise di arrestare l’offensiva il 29 – i combattimenti, estremamente sanguinosi, proseguirono fino ai primi di settembre – persero la vita, tra le fila della Brigata Belluno, 78 fanti (670 i feriti e 130 i dispersi) del 274° Reggimento; 93 fanti (553 i feriti e 98 i dispersi) del 275° Reggimento e 98 fanti (585 i feriti) del 276° Reggimento.

Brigata Belluno e Brigata Ravenna: cosa abbiamo scoperto

Del 274° Reggimento Fanteria Brigata Belluno faceva parte il 24enne Domenico Marchiani, nato a Saludecio (ma considerato a tutti gli effetti un soldato montegridolfese) il 19 gennaio 1893 e disperso in combattimento sulla Bainsizza il 30 agosto 1917 – così risulta dall’Albo dei Caduti -. Nel 276° Reggimento Fanteria Brigata Belluno era invece inquadrato il 19enne Augusto Tonni, nato a Montegridolfo il 16 settembre 1897, morto in combattimento sulla Bainsizza il 31 agosto 1917.

Assieme a loro, nel corso dell’undicesima battaglia isontina vennero impiegati gli uomini del 38° Reggimento Fanteria Brigata Ravenna: 87 fanti morti (419 i feriti, 135 i dispersi). Tra cui Nazzareno Tonti, nato a Montegridolfo il 6 luglio 1887 e deceduto, a seguito delle ferite riportate in combattimento – il 26 agosto 1917 sempre sulla Bainsizza: il maledetto altopiano calcareo della Slovenia occidentale situato a nord-est di Gorizia.

La ricerca continua: qualcuno vuole aiutarci?

Certo, potrà obiettare qualcuno, non era affatto infrequente all’epoca che soldati provenienti dallo stesso paese perdessero la vita in tempi ravvicinati.

Eppure, il destino di questi tre fanti – periti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro sulla Bainsizza – ha provocato in noi la curiosità di saperne ancora. Affinché la memoria dei tre sfortunati ragazzi torni a riaccendersi e brilli a lungo in futuro.

I Caduti 1915-1918

Tra il 1915 e il 1918, i caduti in guerra montegridolfesi sono stati 14: Giuseppe Bertuccioli, Pietro Casadei, Pietro Cavalli, Giovanni Ferri, Luigi Ferrini, Domenico Galli, Luigi Galli, Domenico Marchiani, Celeste Medardi, Luigi Sanchini, Mario Stefanini, Pietro Tamburini, Nazzareno Tenti e Augusto Tonni.

I deceduti per cause di guerra

I deceduti per cause di guerra, stesso periodo, 13: Getulio Ricci, Luigi Baldelli, Robusto Beligotti, Adamo Bertuccioli, Salvatore Bertuccioli, Augusto Delbaldo, Secondo Delbaldo, Adolfo Ferrini, Giovanni Lazzari, Luigi Marcolini, Antonio Ramaioli, Eugenio Vaccarini e Primo Vidari.

Un tributo molto alto

Un tributo molto alto per il piccolo paese della Valconca: tenendo conto di una popolazione nel 1911, dati del censimento, di 1.248 abitanti al 10 giugno.

La ricerca ora continua. Con la speranza di poter consultare gli atti di morte dei tre fanti e, magari, i rispettivi fogli matricolari. Chissà che la storia non voglia concederci di aprire un’altra porta. Ce lo auguriamo davvero.