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“Valorizzare meglio le arti figurative”. In Valconca i pittori chiedono più attenzione ai Sindaci

“Favorire momenti di promozione e valorizzazione delle arti figurative o letterarie. Ci sono diversi fotografi, pittori e scrittori nei dintorni, basterebbe metter loro a disposizione una struttura e un minimo di supporto per la comunicazione”.

Michele Tempesta, pittore livornese trapiantato in Romagna 20 anni fa (oggi abita a Montescudo), lancia la proposta di costituire un gruppo d’artisti in grado di promuovere, facendo leva sulle sensibilità delle Amministrazioni locali, piccole e grandi esposizioni ed iniziative culturali sia in Valconca sia nel Riminese.

Michele Tempesta

“Sono nato a Livorno e mi sono trasferito in provincia di Rimini 20 anni fa. Ho abitato a Verucchio e quindi ho avuto modo di vivere ed ammirare la Valmarecchia e successivamente mi sono trasferito a Montescudo dove ho avuto modo di conoscere ed apprezzare la Valconca. Quando si parla di Rimini si pensa solo alla Riviera e sinceramente devo dire che non credevo, invece, di trovare un entroterra così bello e ricco ma allo stesso tempo poco valorizzato. Penso che manchi un’offerta culturale adeguata e soprattutto organizzata e strutturata da parte dei Comuni. Capisco le sagre di paese ma perché non favorire anche momenti di promozione e valorizzazione di arti figurative o letterarie. Ci sono diversi fotografi, pittori e scrittori nei dintorni, basterebbe mettergli a disposizione una struttura e un minimo di supporto per la comunicazione“.

Sul perché della proposta

“Da un po’ di tempo stavo pensando ad una proposta di aggregazione rivolta a pochi pittori e che fosse finalizzata alla promozione di esposizioni nel territorio della Valconca e nel comprensorio riminese. Quindi ho provato a lanciare un appello sui social, per vedere se c’era qualcuno disposto a condividere. Non penso a qualcosa di vincolante o costrittivo, semmai ad una sorta di aggregazione “liquida” che sia finalizzata, in alcuni momenti, allo sviluppo di tematiche comuni ma che lasci ai singoli la libertà di mantenere la propria autonomia artistica ed espressiva.

Un’opera del pittore Michele Tempesta

La mia ricerca pittorica ruota prevalentemente attorno al corpo umano e la affronto con mezzi i tecnici ed espressivi che mi sono propri. Ma, mi rendo conto che è il mio linguaggio e che ci sono altri artisti che affrontano la stessa tematica usando prassi diverse. Aggregare diverse modalità tecniche ed espressive attorno allo stesso tema è un valore aggiunto. Si offre al fruitore la possibilità di avere molteplici punti di vista”.

Sulle risposte

“Al momento ho avuto un riscontro positivo in prima battuta da parte di Antonella Spada che a sua volta ha coinvolto anche di Gianni Caselli e Alessandro Piras, tutti pittori riminesi con anni di esperienza. Abbiamo parlato molto apertamente e ci siamo scambiati diverse idee, analizzando anche le eventuali difficoltà. Ci siamo trovati d’accordo su diversi aspetti, soprattutto sul fatto di non superare il numero di quattro o cinque persone e una volta definito il gruppo, iniziare a fare promozione, prendendo contatto diretto con i vari sindaci e assessori alla cultura, presentando proposte organiche e strutturate.

Antonella Spada

È importante sottolineare che ci aspettiamo di trovare non solo sensibilità e accoglimento della proposta ma anche una vera e concreta collaborazione e un reale supporto in termini di organizzazione e di comunicazione, da parte dei Comuni. Detto in altre parole, non siamo interessati a proposte che prevedano solo la messa a disposizione di uno spazio da autogestire. Ci teniamo a creare eventi che abbiano un certo spessore artistico e professionale e per questo motivo auspichiamo di poter trovare un accordo solo a condizione che ci sia impegno da parte di tutti”. 

In generale

“L’arte non ha solo una funzione estetica ma soprattutto di miglioramento sociale. Il compito di un artista è anche quello di smuovere le acque, quando tutto appare fermo. Inutile lamentarsi per la mancanza di proposte culturali (problema purtroppo italiano e non solo locale), se poi non si prova almeno a fare qualcosa. Dovremmo aver imparato dal passato e senza scomodare invano i grandi maestri mi piace però ricordare che nel Novecento, soprattutto, ci sono stati momenti di azione e aggregazione artistica che hanno davvero cambiato le cose. Penso al Manifesto Futurista di Marinetti e a quello Surrealista di Breton, alle varie correnti e avanguardie artistiche, insomma gente che non stava con le mani in mano. Certo che i tempi sono cambiati e oggi l’attività è molto più individuale e meno propensa all’aggregazione. Nessuno ha la pretesa di lanciare appelli “politici” sull’arte, più modestamente chiediamo, a chi amministra il territorio, una collaborazione e una attenzione maggiore alle istanze di chi tra molte difficoltà produce arte”.