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Astrofili dal balcone, Gian Franco Lollino: “La cometa 2019 Y4 (Atlas) si sta disgregando”

Dagli amici dell’Osservatorio Copernico di Saludecio, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

  • di Gian Franco Lollino

Questa immagine della cometa 2019 Y4 (ATLAS) ripresa la notte del 4 aprile 2020, dalla nostra postazione di fortuna (dal nostro balcone di casa a Rimini), potrebbe essere una delle ultime che mostra il nucleo cometario piuttosto brillante e apparentemente ancora “raccolto”.

Gian Franco Lollino

Gian Franco Lollino

Dalla circolare 13622 del The Astronomer’s Telegram apprendiamo citando testualmente: 

“Abbiamo effettuato una serie di osservazioni in corso di C/2019 Y4 ATLAS con il telescopio 2.0m di Liverpool, La Palma (Canarie). Abbiamo confrontato le immagini della nostra banda r’ scattate il 2020 aprile 01 e 2020 aprile 05 (20:30UT) spinto dal rapporto di una possibile rottura da parte di Ye & Ehang. Confermiamo la comparsa di un allungamento nucleare riportato da Ye & Ehang, con un allungamento nucleare totale di 3,5 arcsec al momento della nostra seconda era di osservazioni. La distribuzione di materiale nucleare appare un po’ bimodale, con un divario suggerito tra un picco “leader” più marcato e una sezione più estesa successiva”.

Volendo tradurre un po’ questo laconico comunicato, molto probabilmente stiamo assistendo alla “rottura” del nucleo della cometa come conferma appunto la riduzione di luminosità e l’allungamento del nucleo della Y4. Come già accaduto con tante altre comete, dopo esserci illusi di poter assistere all’apparizione di una cometa visibile ad occhio nudo, dobbiamo rassegnarci al destino di questi corpi erranti del Sistema Solare, davvero imprevedibili a causa della loro stessa natura di corpi aggregati di frammenti solidi della nube solare primordiale, tenuti incollati dai gas, composti organici e acqua, dei quali le comete sono costituite.

Scoperta il 28 dicembre 2019, con un telescopio riflettente di 0,5 situato sul Mauna Loa nell’ambito del programma Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS), questa cometa ha un’orbita ellittica molto allungata che la porterà nelle prossime settimane ad avvicinarsi considerevolmente al Sole. 

cometa

La cometa raggiungerà il perielio il prossimo 31 maggio e la minima distanza dalla Terra (94 milioni di km), il 23 maggio.

Fatta questa doverosa annotazione, la cometa ha attirato l’attenzione su di sé non solo per la sua luminosità ma perché qualcuno si è accorto confrontando gli elementi orbitali, che questa potrebbe essere un frammento della cometa Wilmot, nota anche come C / 1844 Y1 che illuminò i cieli della Terra nel 1843. 

Quindi un frammento che si è staccato dal nucleo progenitore e posizionato lungo questa orbita, con un periodo circa 6.000 anni. 

Tutto questo ci riporta ad una visione fantastica ed anche un po’ poetica di questi oggetti celesti che hanno affrontato tragitti lunghissimi, percorsi in milioni di anni provenendo dalla Nube di Oort, per poi essere catturati dalla gravità solare e posizionarsi lungo orbite ellittiche. Il destino di molte comete. Non tutte certo, perché come nel caso della nostra Y4, una volta superata l’orbita di Marte in avvicinamento al perielio e superando la famigerata Snowline (intorno ai 400 milioni di km dal Sole), inizia la prova di resistenza al vento solare che provoca la sublimazione dei composti gassosi presenti nel nucleo, consentendo di renderla a noi visibile.

Non ci meraviglia pertanto che il nucleo abbia già dato segni di cedimento, probabilmente vista anche la “familiarità” con Y1 a disgregarsi. 

E se i nuclei frammentati resisteranno appaiati, facendole perdere notevolmente di luminosità, dovranno fare i conti il 31 maggio con la prova finale, il passaggio al perielio con il Sole. Solo allora capiremo quanto rimarrà di questo viaggiatore interplanetario.