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San Clemente, libro dedicato ad Andrea Bilancioni il sindaco socialista ucciso dai fascisti nel 1924

di Michela Vitali

Il 5 ottobre 1924 muore, a Morciano di Romagna, a soli 42 anni, il primo sindaco socialista del Comune di San Clemente: Andrea Bilancioni.

Andrea Bilancioni
nel ritratto della lapide cimiteriale

Anche Bilancioni, come già Giacomo Matteotti, rapito e ucciso qualche mese prima a Roma, fu vittima della cieca violenza attuata dagli squadristi di Benito Mussolini (Bilancioni morì all’ospedale di Morciano di Romagna dopo tre giorni di sofferenze).

Andrea Bilancioni e Giacomo Matteotti: un destino comune

Entrambi assassinati dai seguaci del Duce; di colui che dal 1922 – dopo la famigerata marcia sulla Capitale – avrebbe rapidamente conquistato il potere, gettando l’Italia nella cupa disperazione per un lungo, tormentato, sanguinario ventennio: il Ventennio fascista.

A Bilancioni è dedicato un volumetto – dal titolo “Spiati – L’assassinio del sindaco Andrea Bilancioni e i sanclementesi sorvegliati dal regime fascista” – , scritto e curato dal giornalista riminese Marco Valeriani, la cui presentazione pubblica si è svolta al termine del consiglio comunale di San Clemente lo scorso 24 aprile. Occasione nella quale, l’Amministrazione locale – guidata dalla Sindaca Mirna Cecchini – ha deciso e fortemente voluto la revoca della cittadinanza onoraria concessa a Mussolini il 19 maggio del 1924 “per acclamazione” da parte dell’allora consiglio sanclementese. Approvando e conferendo, di contro e all’unanimità, la cittadinanza onoraria del piccolo borgo della Valconca proprio a Giacomo Matteotti.

Dal trionfo socialista alla scalata fascista

Nel libro, inserito tra i titoli della collana di storia del Comune, Valeriani traccia la figura del Sindaco Bilancioni dal momento in cui nelle campagne riminesi si registra il trionfo socialista nelle elezioni politiche e amministrative, fino all’istante nel quale lo stesso Bilancioni – Sindaco dal 1920 al 1923 – è a tutti gli effetti “costretto” ad abdicare al proprio mandato perché incalzato dalla prepotenza fascista.

Bilancioni e compagni, uomini con poca esperienza politica, dovranno, infatti, rassegnarsi a lasciar campo alle camicie nere, ormai ovunque ben organizzate e pronte a salire agli onori della cronaca nazionale; e ciò non soltanto per le aggressioni e le bastonature comunque profuse in ogni direzione e contro ogni avversario del Duce.

I materiali rintracciati negli archivi statali

La raccolta fatta da Valeriani in ordine a documenti, fotografie, dispacci e note – la maggior parte dei materiali arriva dall’Archivio Centrale dello Stato di Roma e dall’Archivio di Stato di Forlì-Cesena – che in qualche modo riguardano sia l’azione politica di Bilancioni sia il susseguente periodo post-socialista con, in conclusione, l’assassinio dell’uomo per mano di alcuni criminali rimasti impuniti, è altresì arricchita con le vicissitudini patite da altri sanclementesi anch’essi sorvegliati dalle forze di polizia agli ordini di Mussolini. Nel volumetto trovano così spazio i contenuti dei fascicoli – 14 – afferenti al Casellario Politico Centrale istituito già in epoca crispina (1894) e divenuto poi, durante il dominio fascista, ancor più attivo; non limitando l’attività di controllo solamente nei confronti dei cosiddetti politici, bensì arrivando a comprendere tutta una indeterminata categoria di persone, definita genericamente antifascista.

I 14 sanclementesi sorvegliati (escluso Andrea Bilancioni)

Ecco, allora, i profili dedicati a Antonelli Rinaldo, socialista; Baratti Agostino, comunista; Bilancioni Domenico, antifascista; Galluzzi Guerrino, comunista; Guerra Emilio, socialista; Mulazzani Guglielmo, comunista; Panigali Giustiniano, repubblicano; Raimondi Giuseppe, comunista; Sabattini Robusto, antifascista; Tasini Giuseppina, antifascista; Venerandi Cristoforo, repubblicano; Venerucci Tommaso, anarchico; Verucci (o Venerucci) Domenico, anarchico.

Uomini – e una donna – schedati e rischedati

Uomini – e una donna – vessati ingiustamente; monitorati passo a passo. Schedati e rischedati più volte. Proposti per la radiazione dagli elenchi e poi mai cancellati. Figure appartenenti al popolo e alla quotidianità dei paesi della Valconca: contadini, artigiani, commercianti. Spesso e volentieri costretti a trovar riparo fuori dall’Italia per sfuggire alle persecuzioni e non rimetterci la pelle. Profilati e descritti con linguaggio colpevole a prescindere; in modo da generare nell’opinione pubblica il desiderio di condanne esemplari e giudizi negativi a priori.

Il libro, arricchito da scatti dell’epoca e immagini di proprietà dello stesso Valeriani, può essere richiesto contattando il Comune di San Clemente che ha voluto e sostenuto la pubblicazione.

In apertura una (probabile) foto inedita di Bilancioni – l’unico con i baffi – assieme ad altri giovani (socialisti?).