Il Castello dei Conti Brancaleoni di Piobbico ha ospitato la conferenza internazionale dal titolo “L’Arte in Fuga da Hitler”.
La Linea Gotica
Per otto mesi, dalla tarda estate del 1944 alla primavera del 1945, il fronte della Seconda guerra mondiale in Italia si arrestò sulla Linea Gotica: il sistema difensivo realizzato dai tedeschi per fronteggiare l’avanzata degli alleati lungo la penisola. Fortificazioni continue che separavano in due il Paese e correvano da Pesaro a Massa: ben 300 chilometri dai crinali appenninici alle terre dell’Adriatico. Data la sua importanza storica, la Linea Gotica ha ricevuto la candidatura a “luogo della memoria europea”.
La conferenza quale appuntamento collaterale di Arcana
La conferenza – appuntamento collaterale della mostra ARCANA – Il Leone dl Nuovo Orizzonte – è stata l’occasione per esporre la verità a onore di coloro che si sono sacrificati. Per tale motivo sono stati consegnati i premi realizzati dallo scultore premio mondiale della pace nell’arte, Andrea da Montefeltro, scolpiti con la pietra della Romagna.
Premi andati all’A.N.P.I. Pesaro Urbino e alla Comunità Ebraica e all’Associazione i Figli della Shoah di cui la Senatrice Liliana Segre è Presidente Onoraria. Svelata pure l’opera realizzata per il Museo della Shoah di Roma: “Il Muro della Libertà”.
Gli ospiti presenti
Alla conferenza è intervenuto come moderatore il vicepresidente UNPLI Matteo Martinelli. Tra i relatori, lo storico Marco Renzi già autore di vari volumi sulle stragi nazi-fasciste con aneddoti e testimonianze della Resistenza compiute sulle terre di confine tra Marche, Romagna e Toscana.
L’immagine del dittatore
La prestigiosa platea ha visto poi lo svelamento, in prima mondiale, di un dipinto di un grande maestro del ‘900. Maestro che ha voluto raffigurare il volto di Hitler con oggetti ed elementi vietati dallo stesso dittatore. Quasi a volerlo demonizzare e mettendone in ridicolo l’immagine.
Gli studi eseguiti
A curare la presentazione, l’esperta Annalisa Di Maria che ha illustrato lo studio stilistico, la ricerca storico-archivistica e l’accostamento attributivo. È seguito poi l’intervento del perito calligrafo forense Stefano Fortunati per l’esame degli elementi di scrittura rintracciati. Le analisi scientifiche e multispettrali e lo studio simbolico sono state invece oggetto della relazione condotta dal ricercatore e scultore Andrea da Montefeltro.
La mano del grande Pablo Picasso?
Lo studio del supporto, del pigmento, le analisi stilistiche e di comparazione hanno portato a presupporre la collocazione tra il 1935-1937. Annalisa Di Maria è concorde nel sostenere come l’opera non sia mai stata catalogata e che la stessa sia andata dispersa per un lungo periodo. Sarebbe un tributo fatto nei confronti dell’artista Paul Klee. Molti gli elementi che riconducono la creazione forse alla mano di Pablo Picasso.