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8 marzo 2022: “L’inutilità delle panchine rosse se nessuno ci vuole tutelare e proteggere per davvero”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice.

Quanto arreca gioia e conforto aprire un barattolo di vernice rossa (dev’essere approvato il colore altrimenti non va bene), dedicarsi alla verniciatura a pennello, attendere pazientemente che essa asciughi al sole tiepido e indeciso di un novembre da cani.

Chiama il 1522

Apporre la targhetta col numero 1522 “non una di meno” gridano in piazza le donne, propagande sponsorizzate alla nota catena di detergenti, in omaggio un braccialetto che sarebbe più opportuno donare a certi uomini, a ricordo della loro ignobili azioni. 

Noi sappiamo il nostro valore, noi mamme single sappiamo difendere un nostro cucciolo, al pari di una tigre della Malesia e oltre. 

Noi sappiamo difenderci, ma non siamo abituate al tempo. Ergo, abbiamo lo scatto, ma non abbiamo la resistenza. I tempi della giustizia sono biblici e tu vittima devi provare, riprovare e riprovare la tua innocenza, ma resti nel silenzio. 

Tante Istituzioni sorde

Vieni relegata alla sordità delle istituzioni, che ti rispondono di avere pazienza, istituzioni che si dimenticano di consegnarti il decreto a tutela, istituzioni che rispondono “noi non assecondiamo desideri” non è un desiderio, è una richiesta di aiuto.

Allora ti rivolgi al 1522, al centro antiviolenza locale e ti senti rispondere che certi comuni non hanno firmato le convenzioni e pertanto non hanno fondi per l’ascolto psicologico; non hanno fondi per il sostegno.

Niente tutela

Queste povere donne, che denunciano, non sono ascoltate, non vengono tutelate, siamo ben lontane dalla risoluzione del problema, siamo lasciate sole al nostro destino; e se certi magistrati attendono pazientemente che vi sia una chiamata per ottenere la flagranza del reato, è possibile, anzi altamente probabile, che non facciano a tempo e che la vittima non sia quella che si aspettano.

Panchine rosse per chi?

Inutili le panchine rosse, messe così per manifestare vicinanza, quando dal momento in cui denunci ti ritrovi sola, impaurita, con l’animo sembrato, uno spezzatino di paura, ansia, rabbia, dolore, incredulità, perdita di fiducia in sé stessi e nelle istituzioni tardive a volte sorde.

Se dovessi usare un ossimoro direi che la giustizia sia celere.

Insegnare il rispetto

Fino a quando non si insegnerà a questi uomini il rispetto, non solo per il genere donna, ma per tutti gli esseri umani, direi che sia il caso di non aprire il coperchio del barattolo di vernice rossa. 

Voi continuate a denunciare vi prego, magari qualcuno prima o poi ci tutelerà, allora sì che potremmo sederci su quelle panchine, senza aver timore di essere uccise.

Lettera firmata