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Rossella Ramenghi, Presidente Fieristi: “Nulla da festeggiare, le nostre speranze sono andate in frantumi”

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Cari Presidenti,

questa lettera aperta voglio scriverla a tutti coloro che hanno un ruolo fondamentale nel governo di questo Paese, della nostra terra madre, di quella terra che sembra essersi dimenticata davvero chi siamo, i suoi figli.

Mi chiamo Rossella sono una donna, lavoratrice, moglie e madre, e al contempo sono una “vecchia” fierista su area pubblica. Perché dico vecchia? 

Perché mi sembra di essere tornata in piazza in quel otto marzo di San Pietroburgo nel 1917 quando occorreva lottare anche per poter respirare! 

Rossella Ramenghi

Vi scrivo a nome di tutte le donne che con questo lavoro portano dignità alle loro famiglie, proprio in questa giornata (8 marzo), e come ben sapete non è la festa della donna. 

È la commemorazione dei suoi sacrifici, delle sue lotte, delle sue battaglie per veder un giorno fiorire i propri diritti! 

Sin dal 1917. Mi sento vecchia per questo, cari Presidenti. 

Ora, in questa giornata siamo nuovamente a dover lottare per un diritto sacrosanto, quello del lavoro, del sostentamento della famiglia, quello per la dignità.

Presidenti, è da un anno che noi fieristi non lavoriamo, è da un anno che raccontiamo favole ai nostri figli, è da un anno che gridiamo su strade virtuali senza essere ascoltate. 

Abbiamo bisogno di lavorare, abbiamo necessità di essere sostenute, abbiamo bisogno di credere che ancora esista la dignità e che non sia stata calpestata da chi ha deciso costituzionalmente di rappresentarci. 

È inutile festeggiare questa data, che sancisce l’ottenimento di diritti basilari di ogni essere umano, quando ancora avverto le grida di migliaia di donne con le mani sporche di carbone, sventolare lenzuola per essere ascoltate. 

Presidenti, insegneremo ai nostri figli a non credere alle lotte, a non credere di avere dei diritti, a non credere nel lavoro, nel sostegno di un Paese, a non credere più di valere. 

Tutto questo scoramento deriva dal silenzio, dal mutismo delle istituzioni, dalle pacche sulle spalle del “andrà tutto bene” al calcio del “ora arrangiatevi e state zitti”.

Presidenti, cosa dovremmo festeggiare oggi? Quando il silenzio non fa muovere un furgone, non fa aprire un banco, non fa mettere a tavola un pezzo di pane, non regala più speranza, non genera  un sorriso per i nostri figli e per i nostri uomini, quelli che ci sono accanto e che credono nelle nostre forze più che nelle loro.

Cosa vorreste che raccontassimo loro, se non che non vi è nulla da festeggiare, anzi, lo Stato ci chiede di srotolare le lenzuola bianche in segno di resa. 

Quante donne dovranno morire in silenzio, quante madri perderanno la dignità, quante famiglie ripiegheranno sui cravattari, quanti padri dovranno mentire per poter camminare dritti, quanti ancora? 

Presidenti, io oggi non festeggio.

Io oggi sono in lutto, e assieme a me, in questa piazza virtuale e silenziosa, tutte le donne e i fieristi su area pubblica.

Rossella Ramenghi

Presidente Cda Fiere Ass.ne Fieristi