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Le tombe abbandonate nei cimiteri: è giusto lasciarle così o possiamo fare qualcosa?

Succede nei cimiteri di città e in quelli della campagna riminese. Quelli che in tanti conosciamo. Quelli in cui riposano i nostri defunti.

Succede che tra le tombe curate, coi fiori freschi e ben pulite, spuntino qua e là – non è questione di soli numeri – le sepolture lasciate a se stesse. Abbandonate. Dimenticate. Ce ne sono ovunque, basta osservare con un briciolo d’attenzione.

Quelle tombe, in larga parte tombe da campo, risultano ormai preda dell’erba alta. Dei rovi spontanei e della sporcizia ‘naturale’.

E fa male vederle così. Fa male perché, oggi consegnate al loro destino di muta testimonianza, un tempo, nemmeno tanto lontano, rappresentavano l’ultimo ricordo tangibile.

L’ultima frontiera sulla quale recitare una preghiera o un semplice, commosso rimpianto.

Sono tombe di cui, presto, sparirà anche l’umile telaio in legno: completamente corroso dal sole e fradicio d’umidità.

Sono tombe di cui, da un giorno all’altro, non si percepirà più il volto del defunto, il nome, la data della morte.

Non sappiamo – perdonate l’ignoranza e consentite l’amarezza – se esistano regolamenti cimiteriali dentro i quali ‘scovare’ piccole postille da cui attingere piccole risorse affinché queste tombe non scompaiano per sempre nell’indifferenza generale.

Come non sappiamo se esista la possibilità per una raccolta fondi da destinare alla loro manutenzione essenziale: forse non ci sono più i parenti in vita; forse vivono altrove o troppo lontano.

Non se ne abbiamo a male gli amministratori. Non se abbiamo a male quanti ogni giorno lavorano, sodo, per garantire il pieno decoro delle aree cimiteriali. Non è gusto per la critica spicciola. Non è voglia di protesta, piuttosto un doloroso appello.

La domanda crediamo sia lecito porla a tutti, noi per primi: è giusto “dimenticare” così chi è stato dimenticato?