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Un asteroide sfiorerà la Terra? Gian Franco Lollino: “Passerà a 6,258 milioni di chilometri da noi”

di Gian Franco Lollino

(Osservatorio Astronomico “Copernico” di Saludecio) – 

Riguardo l’asteroide che sfiorerà la terra il prossimo 29 aprile.

Da più parti mi giungono richieste di chiarimenti e rassicurazioni per l’ennesimo articolo allarmistico nonché sensazionalistico sul passaggio ravvicinato alla Terra di un asteroide che, il prossimo 29 aprile, passerà a circa 6 milioni di km dal nostro pianeta.

È davvero deprecabile questo uso di titoli di così forte impatto e richiamo, in particolare in questo momento di stress emotivo a cui siamo sottoposti giornalmente.

Qualcuno mi scrive dicendo: “Ci manca solo l’asteroide”…

Attenzione, non che l’informazione sia sbagliata, effettivamente un frammento asteroidale denominato 52768 (1998 O 2), con dimensioni ragguardevoli, della famiglia degli asteroidi “Amor”, orbiterà dalle parti del nostro pianeta il 29 aprile, ma ad una abbondante distanza di sicurezza di 6,258 milioni di km (oltre 16 volte la distanza dalla Luna).

asteroide 1

https://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi?sstr=52768;old=0;orb=1;cov=0;log=0;cad=1#orb

Il termine “sfiorerà” ovviamente è da considerare in termini astronomici, dove generalmente sono in gioco distanze con numeri ben maggiori, pertanto parlare di milioni di km fa già capire che quell’asteroide non lo vedremo passare nemmeno ad occhio nudo, ma solo attraverso telescopi di un certo calibro.

Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine, almeno schematicamente.

Nel Sistema Solare, oltre ai pianeti che conosciamo, orbitano intorno al Sole una gran quantità tra pianetini, anche chiamati pianeti nani, asteroidi e comete. Dai tempi della sua formazione il Sistema Solare è stato popolato da un numero ben maggiore di pianeti, si stima circa un centinaio e da un numero incalcolabile di corpi minori, con orbite instabili, che li portavano ad avere continue collisioni fra di loro.

Ad ogni collisione si producevano ulteriori frammenti che venivano scagliati in altre direzioni, producendo altre collisioni. Insomma, un periodo quello dei primi miliardi di anni di vita del nostro sistema planetario, davvero caotico che ha prodotto, differenziato e creato “famiglie” di asteroidi. Col tempo, questi corpi non solo non si sono aggregati senza contribuire alla formazione di pianeti ma, sotto l’azione gravitazionale del Sole è di tutti i pianeti principali, Giove in primis, si sono raggruppati in determinati punti, seguendo le leggi della meccanica gravitazionale, in orbite prestabilite.

asteoirde 2

Oggi siamo più o meno a conoscenza della gran parte di questi grandi depositi di corpi asteroidali, per lo più confinati nella grande fascia degli asteroidi, larga milioni di km situata fra Marte e Giove, chiamati asteroidi Amor. Altre famiglie di asteroidi si sono posizionate nei punti di equilibrio gravitazionali sull’orbita di Giove, chiamati con riferimenti mitologici, Troiani, Greci, Apollo e ancora, sempre nei pressi del grande catalizzatore Gioviano, possiamo trovare le famiglie degli asteroidi Hilda ed altri.

 

In questo grande e caotico Sistema Solare, non solo non conosciamo “tutti” i corpi presenti, ma molti di questi hanno dimensioni ridotte, pertanto poco visibili e oltretutto seguono orbite erratiche, sconosciute, probabilmente deviati da remote collisioni che li costringono a vagare intorno alla stella Sole e, intersecare a volte pericolosamente anche l’orbita della Terra.

Questi corpi asteroidali, sono l’oggetto della nostra discussione. Classificati come NEO appunto (Near Earth Object) sono tutti quegli oggetti che intersecando il piano orbitale della Terra potrebbero diventare pericolosi.

Esistono altre tipologie di oggetti che vengono costantemente ricercati e tenuti sotto controllo come i NEA (Near Earth Asteroid) o i PHO (Potentially Hazardous Objects) oppure i MOID (Minimum Orbital Intersection Distance). Ognuna di queste tipologie di asteroidi vengono classificate in base a particolari elementi orbitali, ognuno dei quali con caratteristiche diverse di avvicinamento alla Terra. Chi vuole approfondire l’argomento troverà in rete tutte le necessarie informazioni.

In questa breve esposizione mi limiterò a dire che dagli anni ’80 la comunità scientifica internazionale si è resa conto dell’importanza di creare una rete di monitoraggio per scoprire e seguire le orbite di questi corpi per ovvi motivi di sicurezza. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale attraverso l’istituzione di una giornata dedicata che l’UNESCO ha stabilito essere il 30 giugno. La data ricorda l’ultimo grande impatto di un corpo asteroidale o cometario, avvenuto sulla Terra e si riferisce all’evento di Tunguska verificatosi la mattina del 30 giugno 1908.

Quello che oggi sappiamo, almeno statisticamente che gli asteroidi con diametro di 1 km si scontrano con la Terra ogni milione di anni, mentre per le grandi collisioni con oggetti di 5 km avvengono approssimativamente ogni dieci milioni di anni.  Invece ciò a cui assistiamo quasi quotidianamente sono piccole collisioni, equivalenti a 1 chilotone di energia, che avvengono circa ogni mese. 

Per concludere, dobbiamo considerare il nostro pianeta come una caravella in navigazione in mezzo ad un oceano durante la quale possiamo incontrare ogni sorta di ostacolo e avversità.  La Terra come tutti i pianeti e corpi del Sistema Solare è stata interessata in origine da tantissime collisioni e sappiamo che questo processo ha modificato e condizionato non solo la modellazione del nostro pianeta ma condizionato anche le abbondanze di sostanze organiche poi servite alla formazione della vita così come la conosciamo noi oggi. Molto probabilmente anche l’acqua dei nostri oceani in parte è stata rilasciata durante impatti con asteroidi o grandi comete.

asteroide 3Dobbiamo essere consapevoli che nonostante la frequenza di collisioni distruttive ha una percentuale bassissima, le probabilità comunque che questo avvenga non è uguale a zero.
È un rischio che l’Umanità dovrà tener conto anche se remota. La rete di telescopi robotizzati messi in campo dalla comunità astronomica come il sistema LINEAR, per esempio, ma ne esistono tanti altri, scandagliano ogni notte il cielo alla ricerca di questi corpi pericolosi. Come anzidetto, molti di questi sono poco riflettenti, piccoli, si parla di poche decine di metri di diametro, pertanto di difficile individuazione, e la loro pericolosità viene dimostrata quasi quotidianamente dal rientro in atmosfera di grossi bolidi che non di rado vediamo solcare i nostri cieli.

asteroide 4L’evento di Čeljabinsk che si è verificato nella mattina del 15 febbraio 2013, nella regione a sud degli Urali, in Russia,  è uno degli esempli più eclatanti e diretti degli ultimi tempi.

Infine, per tornare al punto iniziale, non critico certamente l’interessamento dei media su queste tematiche anzi, ma l’utilizzo di frasi ad effetto che alludono a possibili collisioni di asteroidi sulla Terra, generando panico e stati di ansia, quando invece si tratta di asteroidi che transitano a milioni di km da noi. L’argomento è serio e va affrontato non solo con rispetto ma soprattutto con scientificità ed equilibrio. Non vorrei un domani trovarmi di fronte ad una notizia vera, con un pericolo reale, e trovarmi gli stessi titoli fanfaroni di oggi. Non ci crederebbe più nessuno o forse occorrerebbero più sforzi per far comprendere il pericolo reale.

Ricordate la favoletta del pastorello che gridava al lupo?

Forse dovremmo ricordarci più di frequente di appartenere ad un Universo davvero vasto e sconosciuto, non certo fatto a misura d’uomo, del quale ancora dobbiamo capire tanto, rispettarne le regole che abbiamo compreso e, in ultima analisi, tenere a bada l’istinto di adattare tutto ciò che ci circonda a nostro uso e consumo, considerando che noi, in quanto Umanità, siamo solo ospiti di questo piccolo pianeta, che ruota intorno ad una piccola stella, fra le miliardi di stelle di una semplice galassia dell’intero Universo.

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Negli anni 90, l’osservatorio Astronomico “N. Copernico” di Saludecio ha partecipato, insieme ad altri gruppi italiani, ad un programma di sorveglianza e di stime astrometriche per il miglioramento orbitale di alcuni asteroidi.

 

 

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