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Saludecio, Gian Franco Lollino: “Ecco da dove è arrivato il Bolide che ha sorvolato l’Adriatico”

Gian Franco Lollino, direttore dell’Osservatorio Astronomico “Copernico” di Saludecio, spiega a Valconca24.com il fenomeno della potente ed infuocata “scia luminosa” che nella mattina di venerdì 28 febbraio ha improvvisamente ‘solcato’ il cielo dell’Italia del Nord e sorvolato l’Adriatico (molto interessante è l’energia prodotta dall’esplosione del meteoroide calcolata da un satellite militare statunitense e pari ad 1/3 della bomba atomica deflagrata su Hiroshima; un’esplosione notevole!)

Gian Franco Lollino

Gian Franco Lollino

“L’evento – spiega Gian Franco Lollino – si è manifestato come un bolide. (La definizione di bolide si applica per rientri di corpi solidi in atmosfera che raggiungono una luminosità superiore o pari a quella di Venere). Pertanto, finché il corpo solido, il meteoroide, entra e si consuma nell’ablazione con la nostra atmosfera rimane confinato come meteora o bolide. Nel caso in cui questo corpo resiste e riesce a raggiungere il suolo, solo in quel caso, viene definito meteorite”.

Si aprirà la caccia al reperto?

“Certamente, la comunità scientifica internazionale, in particolare chi si occupa di questa particolare branca della planetologia, è molto interessata allo studio, identificazione e classificazione di questi frammenti. Il motivo è che essi ci raccontano la storia dei primordi del nostro Sistema Solare, di quando la nube protosolare si è formata e come si sono aggregati i pianeti, mediamente in un periodo intorno ai 4,5 miliardi anni fa”.

Può contenere sostanze pericolose per l’uomo?

“In passato si sono fatte molte ipotesi, in particolar modo quando abbiamo iniziato a trovare sostanze organiche complesse, aggregate, come gli amminoacidi che costituiscono i mattoni fondamentali per la vita come la conosciamo sulla Terra. Alcuni astrobiologi hanno anche ipotizzato che alcuni particolari meteoroidi carbonacei possano essere veicolo di microrganismi che, in particolari condizioni di temperatura, potrebbero risvegliarsi durante il rientro in atmosfera. Sono scenari davvero estremi e affascinanti e al limite dello scibile, ma qualcuno li ha presi in considerazione. Ricordo in particolare durante casi di pandemie il cui focolaio è apparso sulla terra contemporaneamente in più punti, senza una logica spiegazione, vedi la Spagnola (1918-1920). Questa ipotesi non viene citata per ovvi motivi, perché non suffragata da evidenze scientifiche”.

Se lo si ritrovasse a chi andrebbe la custodia?

“In Italia vige l’obbligo di consegnare i reperti alla comunità scientifica”.

Perché così raro di giorno?

“La rarità è dovuta alle dimensioni del corpo asteroidale; in percentuale sono meno quelli delle dimensioni di 1-2 metri il cui ingresso in atmosfera genera una luminosità pari o superiore a quella del Sole, come nel caso del rientro a cui abbiamo assistito. Nel nostro caso, se quel bolide fosse caduto in piena notte avrebbe illuminato a giorno la verticale dell’area interessata al passaggio”.

Potrebbero esserci altri fenomeni dello stesso tipo?

“I fenomeni di rientro atmosferico sono tipicamente questi, dalle meteore ai bolidi, non di rado si sono verificati anche rientri atmosferici di frammenti di satelliti o anche satelliti interi, il cui effetto visivo è identico ai rientri naturali. In ordine di tempo si ricorderà l’apprensione per il rientro in atmosfera della Stazione spaziale cinese Tiangong 1, avvenuto il 2 aprile 2018”.

È arrivato dalla nostra galassia o da più lontano ancora?

I corpi asteroidali di cui stiamo parlando appartengono solo ed esclusivamente al nostro Sistema Solare, in particolare alla fascia degli asteroidi: un’area larga milioni di km situata tra le orbite di Marte e il pianeta gigante Giove. La maggioranza di questi corpi si sono stabilizzati in questa orbita confinata perché legati al potente campo gravitazionale del Sole e di Giove. Esistono altresì molti altri corpi, milioni per l’esattezza, che si sta cercando di catalogare e studiarne l’orbita, perché nel loro moto intorno al Sole intersecano l’orbita terrestre. Si chiamano NEO (Near Earth Object) e proprio per il fatto che alcuni di essi potrebbero passare molto vicino al nostro piano orbitale, potrebbero diventare pericolosi.  Negli ultimi 30 anni si sono moltiplicati i programmi di sorveglianza del cielo con telescopi robotizzati che ogni notte scrutano il cielo alla ricerca di oggetti nuovi per definirne l’orbita (progetti PanSTARRS – LINEAR ed altri ancora)”.

(intervista a cura di Marco Valeriani)