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Rimini, ok al progetto esecutivo per il recupero dell’antica Porta Galliana: costo 500mila euro

Rimini si appresta a riscoprire e valorizzare uno dei suoi gioielli identitari e a portarlo a nuovo splendore dopo essere stato per secoli quasi interamente sotterrato.

La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo per la valorizzazione di Porta Galliana con cui – all’interno di una visione complessiva per la riqualificazione delle aree intorno al Ponte di Tiberio e che ha già visto realizzati gli interventi “Tiberio comparto 3 – Piazza sull’Acqua” e “Tiberio Comparto 4 – Porto Antico” -, prende avvio il percorso che porterà uno dei gioielli identitari cittadini, la porta che collegava la città malatestiana al mare immortalata nella formella del Cancro del Tempio Malatestiano, ad essere goduto e utilizzato dai riminesi.

Un progetto che ha potuto essere definito e approvato dopo che nei mesi scorsi l’intera area è stata oggetto sia di approfondite indagini archeologiche – che coordinate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini ed eseguite dalla società riminese adArte, hanno da subito restituito nella sua interezza una parte sconosciuta della storia della città – sia d’importanti opere strutturali, realizzate a cura e spese di Hera, come la realizzazione del ramo di fognatura bianca in Via Bastioni Settentrionali e della palificata di contenimento sull’area di scavo archeologico.

Opere che hanno restituito il “sedime della Porta”, libero dai voluminosi tratti dei vecchi collettori fognari, e consolidato l’area per rendere accessibile e in sicurezza la parte archeologica scavata e la Porta Galliana stessa mantenendo al contempo il traffico veicolare lungo i Bastioni. Opere imprescindibili per consentire un efficace intervento di valorizzazione dell’articolato palinsesto di strutture murarie e portaie tardomedioevali e rinascimentali.

È al termine di questa intensa attività che ora può avviarsi – nella prossima primavera – l’intervento vero e proprio che avrà un costo 500.000 euro.

Accanto all’obiettivo di recupero e restauro dell’antica Porta di accesso da ed al mare della città murata, anche quello di realizzare connessioni ciclopedonali legate agli interventi del cosiddetto “Anello verde”, in particolare collegate alle piste ciclabili che portano al Faro di Rimini ed alla Via Coletti (San Giuliano a Mare) e, con l’intervento successivo di prolungamento del percorso ciclabile fino alla Via Cavalieri,  congiungersi con l’Anello delle Piazze ed il Ponte di Tiberio.

Descrizione del progetto

Il progetto definitivo/esecutivo ha un importo complessivo pari a 500.000 euro e prevede:

– la realizzazione di un’area storico-archeologica visitabile ed accessibile a tutti per restituire al manufatto antico le condizioni del contesto adeguato essendo l’unica porta urbica di epoca medievale-rinascimentale fruibile e in buona parte recuperabile esistente a Rimini. Si prevede il collegamento pedonale alle quote originali dell’area archeologica e del piano della porta mediante la realizzazione di scale e rampe per l’abbattimento delle barriere architettoniche;

– la realizzazione di un tratto nevralgico di connessione ciclopedonale in quanto il sito si lega agli interventi de l’Anello verde: si collegherà sia con la nuova pista ciclabile di collegamento al Faro Via Destra del Porto sia con quella prevista in Via Coletti; il completamento della pista ciclabile su Via Bastioni consentirà il collegamento con l’Anello delle Piazze ed il Ponte di Tiberio.

– la “valorizzazione di un sito “storico-archeologico” attraverso il ripristino dei piani di calpestio originari per permettere la leggibilità dell’antico sistema d’accesso; le due porzioni d’area archeologica, lato mare e lato città (rispetto la Porta stessa), sono state previste con sistemazione a verde a piano inclinato che vuole fisicamente documentare lo scavo archeologico “stratigrafico” condotto: questo spazio sarà arredato con sedute per realizzare aree di sosta e di incontro;

– la mitigazione delle opere strutturali con la realizzazione di una leggera pannellatura metallica a maglia romboidale, quale supporto per lo sviluppo di idonee essenze rampicanti poste a dimora;

– il recupero della connessione della Porta con la cortina muraria di epoca federiciana presente sia sotto il manto stradale che in adiacenza lungo il tratto di Via Bastioni Settentrionali che si sviluppa verso il Corso Giovanni XXIII, realizzando un segno di continuità “semantica” con la parte muraria antica, attigua, emergente, tramite un’interruzione dell’asfalto per ricostruire la cresta muraria fino al piano carrabile, impiegando materiale di recupero (laterizio e ciottoli fluviali);

D’intesa con la Soprintendenza di Ravenna si è poi stabilito di arretrare e ridurre lo spazio pedonale, per quanto più possibile, in corrispondenza del fianco della Porta, al fine di lasciare in piena vista il ritrovamento dell’attacco murario tra la cortina “federiciana” e la Porta stessa;

– la parte progettuale illuminotecnica risolverà le lacune esistenti d’illuminazione pubblica funzionale alla viabilità pedonale, ciclabile e carrabile del sito e contemporaneamente consentirà l’accento per la valorizzazione dell’area archeologica, rendendola visitabile, accessibile e sicura anche nelle ore notturne;

– l’impianto idrico predisposto sia per alimentare lo specchio d’acqua previsto sulla porzione dell’esistente fossato sia per provvedere all’irrigazione delle parti ad erba e verde pubblico.

L’indagine archeologica

Il 31 luglio 2017 sono iniziati i sondaggi archeologici per la scoperta della Porta nell’ambito del progetto Porto Antico, che prevede l’esaltazione dell’accesso alla città da mare, lungo le mura portuali ed i camminamenti, fino al Ponte di Tiberio.

Durante questi scavi il 23 marzo 2018 è avvenuto il ritrovamento dell’avancorpo difensivo della porta ritenuto opera di Sigismondo.

Quello che emerge dalle ricerche nell’area antistante la porta medievale, volute dal Comune di Rimini ed eseguite grazie ad Hera che si è avvalsa della ditta specializzata adArte di Rimini, sono rinvenimenti così significativi da consentire di trovare risposte all’organizzazione di questo bastione difensivo strategico della città medioevale.

Dagli scavi eseguiti dagli archeologi di adArte sono emersi i resti del cosiddetto “ponte morto” nonché i muri di contenimento del fossato. Il “ponte morto” era infatti una struttura difensiva di grande importanza che si protraeva all’interno del fossato per portarsi, a partire dal muro di contenimento verso l’ingresso dell’avancorpo della porta che veniva raggiunto con un’altra struttura in legno mobile funzionante come un vero e proprio ponte levatoio.

Gli antemurali sono stati “l’inaspettata riscoperta”, tra tante altre tracce e ritrovamenti che si sono susseguiti: di fatto un palinsesto o condensato di costruzioni storiche che vanno dalle prime strutture quattrocentesche o forse addirittura trecentesche, a due fogne (praticabili) del 1871 e del 1908, ai resti dell’ultimo lavatoio pubblico di San Domenico sempre del 1908.

Si tratta di strutture difensive di grande interesse e valore storico perché permettono di comprendere appieno non solo il funzionamento dei sistemi difensivi dell’area in epoca malatestiana, ma di restituire agli storici e ai progettisti le linee guida su cui è stato incardinato l’intervento di riqualificazione e valorizzazione dell’area.

Il progetto di valorizzazione della Porta parte proprio dal concetto di avvicinamento alla storia mediante un percorso di discesa che attraversa le epoche del tempo e le stratificazioni che caratterizzano il sito; i terrazzamenti previsti nel progetto rappresentano momenti temporali per la sosta e la visione della porta con scorci e angoli diversi man mano che si scende, fino ad arrivare al piano originale e al suo attraversamento come era possibile fare un tempo.

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