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San Giovanni, Fiera di Santa Lucia: un’antica tradizione in onore della martire siracusana

L’Antica Fiera di Santa Lucia è l’evento più simbolico di San Giovanni in Marignano, quello cui i marignanesi sono più legati, per affetto, tradizione e folclore locale. L’attuale conformazione del centro di San Giovanni è strettamente connessa con questo evento che celebra la sua 954° edizione.

 

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LE PRIME TESTIMONIANZE RISALGONO AL 1333

La fiera, tradizionale scambio di merci e bestiame, nasce fuori da San Giovanni in Marignano, attorno all’antica Abbazia di Santa Lucia al Moscolo, antichissimo edificio religioso ricordato già nel 1333, situato nell’attuale frazione di Pianventena. Furono proprio gli arcivescovi di Ravenna, che bonificarono il territorio marignanese e possedevano beni patrimoniali in Sicilia, a trapiantare nelle nostre zone la tradizione di festeggiare Santa Lucia, martire siracusana. All’interno del castello di San Giovanni in Marignano la vita quotidiana era disciplinata in modo molto preciso. Le disposizioni erano trascritte negli Statuti redatti da Pandolfo IV Malatesta già alla fine del Quattrocento. Nella quarantanovesima rubrica di tale prezioso documento viene dichiarato festivo il giorno dedicato a Santa Lucia. Le origini sono pertanto remote ed affascinanti da scoprire o immaginare, ma non meno suggestiva è la storia più recente della Fiera, quella che va dagli inizi dell’800 fino ai primi anni del nostro secolo.

 

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 LA FIERA IN EPOCA NAPOLEONICA

Dal 1805, in seguito ad un decreto napoleonico, viene trasferita in prossimità delle mura castellane: quando San Giovanni si dota, grazie al lascito Silvagni, di una Piazza mercato nel Borgo della Scuola, subito fuori le antiche mura del castello, la fiera si sposta là e la Chiesa che dà sulla Piazza, Beata Vergine delle Grazie, diventa per i marignanesi la Chiesa di Santa Lucia. San Giovanni, terra di streghe e misteri, anche in questo caso conferma la sua particolarità: questa chiesa così cara ai cittadini è ancora oggi di proprietà comunale e viene mantenuta aperta grazie al grande contributo di volontari che l’hanno riportata allo splendore ottocentesco.

 

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BESTIAME, SALTIMBANCHI E GUARITORI

Ben presto Santa Lucia assume altri caratteri, oltre a quello prettamente religioso, denominandosi “Fiera”: insieme a San Gregorio è una delle più importanti fiere di scambio e bestiame della Valconca.

La piazza cittadina, nei giorni della festa, si animava di mercanti, di compagnie teatrali girovaghe, saltimbanchi, giocolieri, conduttori di bestie feroci, burattinai, cantastorie e poeti estemporanei. In tale occasione i contadini della bassa Romagna e delle vicine Marche si rifornivano di pesce conservato (acciughe, aringhe, sardella, baccalà e stoccafisso) e dopo aver ascoltato le “zirudele” dei poeti romagnoli Pasqualon e Giustiniano Villa, venivano richiamati dalla parlantina dei ciarlatani che decantavano e spacciavano pomate portentose. Un’altra importante tradizione, ancora oggi viva, era quella di recarsi a teatro (all’epoca Teatro Condomini) ad applaudire le comiche rappresentazioni della filodrammatica locale. Singolare usanza, peraltro ancora praticata in diverse fiere e mercati, era infine quella che riguardava le contrattazioni di compravendita di bovini e suini: si effettuavano con una vigorosa stretta di mano tra compratore, venditore e mediatore. Per Santa Lucia venivano esposti oltre mille capi bovini.

 LA FIERA IN TEMPI MODERNI

Con le innovazioni tecnologiche nel campo dell’agricoltura, la tradizione di esporre il bestiame per la vendita è lentamente scomparsa. Dal mercato di bestiame siamo passati, nel Novecento, a quello alimentare e, negli ultimi decenni, alla proposta di tante iniziative che celebrano e preparano l’arrivo del Natale. Centinaia di volontari si ritrovano in Piazza e nel centro storico per celebrare l’antica tradizione. Attualmente l’Amministrazione sta predisponendo dei tavoli di lavoro per fare dialogare lo studio della storia e la tradizione dell’evento, rilanciando nel contempo aspetti innovativi senza mai dimenticarne le origini. Non può mancare, anche in questa edizione, il tradizionale mercato e la Santa Messa dedicata alla Santa patrona della vista, in programma il 13 dicembre nella Chiesa di Santa Lucia. Quest’anno si è voluto fare un ulteriore passo che conferma il dialogo tra tradizione ed innovazione: cercare di coinvolgere nuovamente i più piccoli, spiegando loro il valore e le origini della ricorrenza millenaria. Barbara Mariani, Presidente di Aps Pro Loco di San Giovanni in Marignano, con la collaborazione dell’Ufficio Cultura Eventi comunale, si è recata nelle Scuole dell’Infanzia a raccontare le antiche tradizioni dell’evento e dando loro appuntamento ai giorni della Fiera. I bimbi hanno potuto scoprire che Santa Lucia viene celebrata in numerose comunità, in Italia ed Europa: nel nord è lei a portare i doni natalizi e nei paesi nordici simboleggia la luce. L’incontro è terminato con un appuntamento simbolico e molto importante: venerdì pomeriggio alle 14.30 in Piazza Silvagni per rinnovare ancora una volta la tradizione dell’antica Fiera.

Nelle scorse settimane Diana Saponara di Regno di Fuori Aps, ha visitato gli istituti scolastici marignanesi per preparare l’addobbo dell’albero di Natale situato in Piazza Silvagni, in programma venerdì alle 14.30, sottolineando il senso del Natale marignanese: che è comunità ma anche felicità. Attraverso un’attività laboratoriale ha invitato poi bambini e ragazzi a partecipare. L’albero dei bimbi quest’anno è in legno così da ricordare materiali semplici e popolari, sostenibili; ora è spoglio, ma verrà colorato ed arricchito dai doni dei bimbi che, insieme alle maestre ed alle famiglie, e con la creatività che li contraddistingue, hanno lavorato sul tema della felicità.